Le richieste degli stakeholder sul Codice Incentivi
Dalla richiesta di rivedere la norma che vincola l'accesso a tutti gli incentivi alla stipula di polizze catastrofali, fino alla necessità di procedure semplificate per micro e piccole imprese. Come dovrebbe cambiare, secondo i principali stakeholder, il primo decreto legislativo in attuazione della legge delega per la riforma delle agevolazioni alle imprese relativo al Codice Incentivi.
Codice incentivi imprese: dal bando tipo alle premialità, cosa cambia
Le audizioni sul Codice degli incentivi svolte in questi giorni presso le Commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria del Senato rivelano una valutazione sostanzialmente positiva degli obiettivi e della struttura del primo decreto legislativo che attua la legge delega 160-2023 di riforma degli incentivi alle imprese, ma anche numerosi rilievi critici.
La legge delega per il riordino degli incentivi alle imprese n. 160-2023
Uniocamere, rinviare entrata in vigore Codice Incentivi
Un giudizio ben sintetizzato dal segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, secondo cui "il decreto legislativo è fatto bene, ma carente su un punto fondamentale, che è quello dell'implementazione".
Per Tripoli, è importante individuare una struttura (o anche più strutture, tra cui Unioncamere) che sia stabilmente presente in tutte le fasi del ciclo di vita degli incentivi, dalla programmazione all'esecuzione, fino alla valutazione delle misure.
Velleitaria, secondo Tripoli, l'ipotesi di entrata in vigore immediata del Codice, che in Conferenza Stato-Regioni è stata prevista a decorrere dal 1° gennaio 2026.
Invitalia, fondo unico per gli incentivi agli investimenti
Temi centrali per l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, ha spiegato l'amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, sono la standardizzazione e la digitalizzazione, in particolare attraverso l'integrazione della piattaforma incentivi.gov come punto unico di accesso per le imprese per rispondere “a una esigenza concreta del sistema produttivo: ridurre tempi e costi, semplificare le procedure e rendere più trasparente l'accesso agli incentivi”.
Per Matterella, “il Programma nazionale degli incentivi e il tavolo di coordinamento stato-regioni sono strumenti fondamentali di governance multivello", ma "è importante che diventino luoghi di programmazione integrata, capaci di armonizzare politiche nazionali e regionali, con particolare attenzione al Mezzogiorno". Giudizio critico, invece, sul tetto unico del 2% per gli oneri di gestione degli incentivi, che in considerazione della variabilità delle attività richieste agli enti gestori e delle caratteristiche delle agevolazioni, può risultare eccessivo o sottostimato a seconda dei casi.
Infine, per “limitare la frammentazione dell’attuale sistema”, la proposta di Invitalia è di creare un unico fondo - a valere su risorse europee, nazionali e locali disponibili dalle diverse programmazioni - per finanziare i programmi di investimento presentati dalle imprese.
I rilievi di Confesercenti e Confcommercio sul Codice Incentivi
Giudizio positivo sul dlgs per Confesercenti che, tuttavia, ha segnalato alcune criticità di tipo applicativo. Se, da una parte, si ritiene positiva l'integrazione tra Registro nazionale degli aiuti (RNA) e incentivi.gov, dall'altra si teme che la digitalizzazione limiti la partecipazione di piccole imprese e lavoratori autonomi che non hanno risorse e competenze adeguate e che necessitano di programmi di formazione e supporto. Anche la riserva del 60% per le PMI e al suo interno la quota del 25% per le micro e piccole imprese sono positive ma non sufficienti e dovrebbero essere integrate, almeno per le micro e piccole imprese, dalla previsione di modalità semplificate di partecipazione alle procedure.
Giudizio positivo sul bando tipo, ma con la richiesta di standard comuni per limitare l'impatto della norma che consente alle amministrazioni di inserire nella disciplina degli incentivi adempimenti ulteriori ai fini del monitoraggio e della valutazione della domanda che potrebbero vanificare gli obiettivi di semplificazione.
Da Concommercio è arrivata invece la richiesta di prestare maggiore attenzione alla valutazione ex ante ed ex post, spesso trascurate, con la conseguenza di disperdere risorse per operazioni eccessivamente rischiose o al contrario per operazioni che non avrebbero bisogno di incentivi per essere attuate. Una direzione da intraprendere già in relazione all'imminente riforma del Fondo di garanzia PMI, che Confcommercio ha auspicato non venga rinnovata automaticamente nel suo assetto attuale, in scadenza a fine anno, ma a seguito di una valutazione dei trend osservati nell'ultimo anno.
Il giudizio di CNA, Casartigiani e Confartigianato
Valutazione positiva sugli obiettivi di razionalizzazione e digitalizzazione del Codice per CNA, Casartigiani, Confartigianato, che hanno raccomandato piena condivisione tra tutti gli attori rilevanti nell'ambito del Programma degli incentivi e un orizzonte pluriennale per dare continuità agli investimenti delle imprese.
Da attenzionare, sulla scorta dell'esperienza dei crediti di imposta 4.0 e 5.0, l'evoluzione dello strumento del tax credit per il sostegno agli investimenti, da mantenere e rafforzare, assicurando una gestione semplice, che non escluda dall'accesso le imprese di piccole dimensioni, senza riproporre meccanismi valutativi.
Fronte semplificazione, per le tre associazioni imprenditoriali è fondamentale non richiedere alle imprese di fornire più volte la stessa documentazione, secondo un approccio once only, mentre i criteri di premialità non dovrebbero vertere su certificazioni estremamente complesse.
Alleanza delle cooperative, attenzione alle imprese multifunzionali
Un alert sui rischi connessi ai processi di standardizzazione è venuto dall'Alleanza delle cooperative. La standardizzazione dei requisiti e il ricorso a codici di classificazione statistica, come i codice ATECO, funzionano infatti positivamente come strumento selettivo quando si consente di dimostrare, con strumenti di soccorso istruttorio o altre forme, che l'impresa svolge una delle attività ammesse. In questo caso, per l'Alleanza, la semplificazione non mina la possibilità concreta di accesso agli incentivi e la parità trattamento, anche in assenza di un determinato codice ATECO. Quando invece strumenti come la classificazione statistica diventano condizioni di ammissibilità ai bandi, le imprese tendenti alla multifunzionalità, che spesso hanno anche finalità di interesse sociale, si trovano troppo spesso escluse dall'accesso alle agevolazioni.
Un punto di attenzione è stato posto, poi, sulla tipizzazione degli elementi premianti: per l'Alleanza è corretto tipizzare nel Codice, tra gli elementi di utilità sociale cui si può attribuire un punteggio premiale, la certificazione della parità di genere, il rating legalità, l'assunzione di giovani, donne e disabili, ma nell'elenco dovrebbero trovare posto anche i temi della partecipazione dei lavoratori e dei soci lavoratori al governo dell'impresa, o il vincolo legale, ad esempio nella cooperazione, a destinare gli utili al patrimonio aziendale sulla base di un patto per la comunità.
Infine, un importante rilievo è stato mosso sull'articolo 9 del Codice, che include tra i motivi di esclusione dalle agevolazioni il mancato rispetto dell'obbligo di assicurazione per le catastrofi. Posto che la norma sull'obbligo di sottoscrizione di polizze catastrofali è condivisa, Alleanza delle cooperative ha sottolineato che la formulazione del Codice è più stringente di quella della legge di Bilancio. In più, l'aver staccato la proprietà del bene dall'obbligo assicurativo genera un problema di sostenibilità, soprattutto per chi opera in ambito pubblico, ad esempio nei beni culturali, ma anche in ambito portuale. Far cadere l'onere assicurativo sul soggetto utilizzatore è in certi casi insostenibile, ma quel che ne deriva è l'esclusione dagli incentivi delle imprese che non sono nelle condizioni di poter adempiere all'obbligo.
Confindustria, rivedere la norma sull'esclusione per mancato obbligo assicurativo
Sull'applicazione dell'obbligo di stipula dei contratti assicurativi a copertura dei danni legati ad eventi catastrofali è intervenuta anche Confindustria, segnalando che dalla sola esclusione dall'accesso a "contributi, sovvenzioni e agevolazioni finanziarie" si è passati, con il Codice, a precludere anche la possibilità di fruire di agevolazioni fiscali e contributive.
Da rivedere anche la norma antidelocalizzazione, che per gli industriali non dovrebbe comportare la decadenza dall'incentivo quando la delocalizzazione consiste nel trasferimento da un territorio ad un altro agevolati dalla stessa disciplina, mentre tra le possibili premialità nell'accesso agli incentivi si raccomanda di inserire elementi di valorizzazione dell'industria nazionale e dei prodotti made in Italy.
Infine, una raccomandazione di ordine strategico: per Confindustria è fondamentale che la pianificazione delle agevolazioni, nell'ambito del Programma nazionale degli incentivi, sia almeno di orizzonte triennale, ma che tenga conto anche dell'evoluzione delle priorità industriali europee.