Voucher Internazionalizzazione PMI: le Opzioni Semplificate di Costo rivoluzionano l’accesso ai fondi UE nel Lazio

Foto di Christian Lue su UnsplashNel quadro del Programma Regionale FESR Lazio 2021-2027, il Voucher Internazionalizzazione PMI rappresenta un’opportunità per le piccole e medie imprese del territorio che desiderano aprirsi verso mercati esteri. Peculiarità di questa misura sono le Opzioni Semplificate in materia di Costi (OSC), uno strumento che punta a snellire la rendicontazione e a facilitare l’accesso ai fondi europei. 

Costi semplificati nei nuovi bandi FESR Lazio per internazionalizzazione e digitalizzazione

Considerando la rilevanza delle piccole e medie imprese nel tessuto produttivo regionale, la Regione Lazio ha introdotto un’importante misura rivolta a questo specifico target: si tratta del Voucher Internazionalizzazione PMI, che finanzia la partecipazione a fiere internazionali delle imprese regionali al fine di ampliarne l’accesso ai mercati esteri e favorirne i processi di internazionalizzazione.

Il successo che questa agevolazione ha riscosso negli anni è legato all’adozione delle Opzioni Semplificate in materia di Costi (OSC) - una vera e propria rivoluzione nel modo in cui le aziende meno strutturate possono accedere ai fondi europei. La Regione Lazio applica infatti modalità semplificate di calcolo dei costi ammissibili, come le somme forfettarie, approvate dalla Commissione Europea e tarate sulle reali esigenze delle PMI. In questo modo, le aziende ricevono contributi calcolati su parametri predefiniti, superando i complessi processi di rendicontazione analitica delle spese e riducendo notevolmente il carico amministrativo.

Perché le OSC hanno rivoluzionato la rendicontazione?

Le Opzioni Semplificate in materia di Costi (OSC) rappresentano un cambio di paradigma nella gestione dei fondi SIE. Previste dal Regolamento (UE) n. 1303/2013, e confermate nella nuova programmazione 2021-2027, le OCS permettono di individuare a priori, ad esempio rispetto alla partecipazione ad un evento fieristico, l’ammontare dei costi necessari per la realizzazione di un determinato progetto/risultato e degli elementi probatori necessari a giustificarne il completamento, indipendentemente da costi puntualmente sostenuti dalle imprese beneficiarie.

Nel caso delle misure del Voucher Internazionalizzazione PMI, le OSC sono applicate attraverso importi standard omnicomprensivi per singole fiere, garantendo:

  • meno errori formali e sostanziali nella rendicontazione;
  • una riduzione drastica dei documenti da produrre;
  • una maggiore concentrazione sugli obiettivi di progetto;
  • tempi di erogazione delle risorse significativamente inferiori.

Le imprese non devono più conservare ogni singola ricevuta o fattura, ma solo dimostrare di aver effettivamente partecipato all’evento fieristico previsto, attraverso la presentazione del contratto stipulato col soggetto organizzatore e della documentazione video-fotografica dello spazio espositivo utilizzato (a cui si aggiungono una relazione di sintesi ed alcune necessarie dichiarazioni). Una semplificazione che migliora la performance dei programmi e incentiva una maggiore partecipazione da parte del tessuto imprenditoriale locale.

Voucher Internazionalizzazione PMI: Il caso del Molino Iaquone

Tra le aziende che hanno colto le potenzialità del Voucher Internazionalizzazione PMI c’è Molino Iaquone, storico produttore di farine di qualità e pioneer dell’export agroalimentare laziale. L’azienda ha infatti utilizzato il contributo per partecipare a fiere internazionali, ampliando il proprio portafoglio clienti esteri e valorizzando il made in Lazio.

Abbiamo intervistato Dario Di Norscia, Export Manager dell’azienda.

Dario, Molino Iaquone è un nome con una storia importante. Ci può raccontare le origini del Molino e come si inserisce nel contesto attuale?

"Molino Iaquone nasce ufficialmente nel 1950, ma il suo heritage è ancora più antico, affondando le radici nella Valcomino, terra di lavoro del Regno Borbonico e del Vaticano. Questo conferisce molta cultura e tradizione alle nostre attività molitorie. Dentro questa importantissima tradizione, negli ultimi 30 anni, abbiamo arricchito e approfondito il progetto di ricerca e sviluppo denominato PQD, "Pizza Italiana Alta Qualità e Digeribilità", finanziato dal PR FESR Lazio. 

Abbiamo dotato il molino di un laboratorio moderno per valutare tutte le caratteristiche dei grani e delle farine. Ogni lotto di farina e ogni grano in Italia viene analizzato per conoscerne le caratteristiche di fermentazione, attività enzimatica e proteine, fondamentali per pizzaioli, panificatori e pasticceri. Questo lavoro ci ha permesso di sviluppare una vasta gamma di prodotti specifici, professionali e performanti. Parallelamente, in collaborazione con associazioni, scuole e professionisti del settore, abbiamo sviluppato ricette e procedure per ottimizzare l'uso dei nostri prodotti".

La vostra espansione sul mercato è stata notevole, prima in Italia e poi all'estero. Qual è stata la strategia che vi ha portato a questo successo?

"Una volta ottenuti questi risultati, abbiamo sentito l'esigenza di trasferirli al mercato per un riscontro commerciale. Siamo partiti da una distribuzione diretta parziale nel centro Italia e siamo arrivati ad avere una rete di 70 distributori in tutta Italia, che riforniscono principalmente pizzerie e altri settori. Vedendo il successo in Italia, che è un mercato molto competitivo, abbiamo replicato lo stesso sistema all'estero, non senza difficoltà. Oggi abbiamo altri 50 distributori che coprono l'Australia, il Giappone, tutta l'Europa (inclusa l'Europa dell'Est), il Medio Oriente, il Nord e il Sud America.

Le attività sul territorio ci hanno permesso di entrare in contatto con diversi mercati e di comprendere meglio le esigenze dei professionisti del settore, anche grazie alle collaborazioni con scuole e associazioni. Questo ci ha portato a sviluppare prodotti specifici per vari concetti di pizza, come la verace napoletana, la contemporanea napoletana, la pinsa, la pizza al taglio alla romana, la pala, e anche la focaccia pugliese o siciliana".

In questo percorso di internazionalizzazione, il Voucher FESR Lazio 2021-2027 ha avuto un ruolo. Come vi ha aiutato questo strumento?

"Il progetto di ricerca e sviluppo ci ha permesso di ottenere prodotti di altissima qualità, che implicano l'utilizzo di materie prime più costose. Di conseguenza, la nostra gamma di prodotti si posiziona in un segmento di mercato elevato. Per far comprendere questa qualità e motivare l'acquisto di un prodotto con un costo superiore alla concorrenza, abbiamo dovuto trasferire direttamente all'operatore il concetto di prodotto finito, dimostrando come l'utilizzo dei nostri ingredienti e delle nostre ricette e procedure porti a una qualità superiore della pizza o del panettone rispetto a quanto solitamente prodotto.

Questo sistema, però, è piuttosto costoso, poiché implica la partecipazione a fiere con cooking show e attività dimostrative all'estero e in Italia. In questo contesto, il voucher internazionalizzazione del PR FESR Lazio 21-27 è stato uno strumento fondamentale per rimpinguare il budget che noi dedichiamo a tutte quelle attività di show cooking, dimostrazioni e fiere dedicate all'estero. Più attività riusciamo a fare, più mercato acquisiamo".

Non è la prima volta che beneficiate delle opportunità offerte dalla Regione Lazio. Quali fiere o attività specifiche avete realizzato grazie a questi fondi?

"Sì, abbiamo usufruito del voucher internazionalizzazione 2023 e quello 2024 per l'organizzazione di fiere internazionali, alcune in Italia, come il Sigep a Rimini e il Cibus a Parma, e altre all'estero, come l'European Pizza & Pasta Show a Londra e il Parizza di Parigi.

Questi sono tutti mercati dove il mondo della pizza e dell'arte bianca è molto importante. Non ci siamo limitati a esporre, ma abbiamo partecipato in modo professionale e proattivo per veicolare agli operatori del settore tutto ciò che abbiamo sviluppato in 30 anni di attività con il nostro progetto di ricerca e sviluppo: i vari tipi di farina e i vari tipi di pizza realizzabili con esse, utilizzando anche le ricette e le procedure che abbiamo messo a punto. Questi fondi ci hanno dato maggiori energie per comunicare nel modo più efficace sul mercato".

Oltre alle fiere, come avete impiegato i fondi per supportare le vostre strategie di comunicazione e marketing?

"Grazie a questo budget, abbiamo implementato le risorse da utilizzare per tutte le attività fieristiche e i progetti correlati. Ciò include la produzione di cataloghi, l'organizzazione di workshop negli spazi espositivi e l'allestimento professionale degli stand. Organizzare un cooking show richiede molte attrezzature professionali, e il supporto ricevuto è stato fondamentale per sostenere questi costi e garantire una comunicazione efficace della qualità dei nostri prodotti".

La normativa europea prevede le Opzioni Semplificate in materia di Costi (OSC) per facilitare l'accesso ai fondi. Come avete percepito l'impatto di queste procedure semplificate, in particolare sulla gestione della rendicontazione?

"La rivoluzione nella rendicontazione introdotta dalle Opzioni Semplificate in materia di Costi ha semplificato molto l'iter. Questo ci ha permesso di approcciare a questi fondi europei molto più a cuor leggero. Tradizionalmente, dovevamo investire le energie interne del personale, che è già oberato di lavoro per l'attività di tutti i giorni, e dislocarlo per prendersi cura dello svolgimento di questa attività. Con questa nuova procedura, possiamo sicuramente evitare gran parte del lavoro che ci veniva richiesto prima. Le opzioni semplificate in materia di costi hanno sicuramente reso l'approccio dell'azienda rispetto ai fondi regionali molto più sereno e aperto, perché rispetto ai metodi tradizionali di rendicontazione, dove ogni singola spesa deve essere dimostrata, fanno un passo nettamente in avanti."

Regione Lazio: una best practice per le OSC

L’adozione strutturale delle OSC nelle misure per PMI del PR FESR 2021-2027 da parte della Regione Lazio si dimostra una scelta vincente. Oltre allo snellimento dei processi amministrativi per imprese e PA, questo strumento garantisce un accesso più democratico alle opportunità europee, coinvolgendo anche micro e piccole realtà spesso escluse. Parallelamente, consente di “premiare” i risultati e la partecipazione effettiva delle imprese piuttosto che la loro capacità di produrre burocrazia. 

Il Lazio si pone così all’avanguardia tra le Regioni italiane nell’applicazione di strumenti evoluti di programmazione e gestione dei fondi europei, promuovendo un modello che può essere replicato per rafforzare la competitività e la trasformazione digitale di tutto il tessuto produttivo nazionale.

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