Private equity e Venture Capital: raccolta in calo, ma gli investimenti resistono

Private equity e venture capital - Foto di Malte Luk da PexelsNel primo semestre 2025, il mercato italiano del private equity e del venture capital si è mosso a due velocità. Se da un lato la raccolta di capitali ha subito una battuta d'arresto, crollando del 40% rispetto ai primi sei mesi dell'anno precedente, dall'altro gli investimenti hanno mostrato una certa resilienza, raggiungendo i 5,2 miliardi di euro con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2024.

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Sono questi i dati principali emersi dall’analisi condotta da AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), in collaborazione con PwC Italia, sul mercato italiano del capitale di rischio.

Raccolta

La prima parte dell’anno ha registrato una raccolta complessiva (sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre) pari a 1.703 milioni di euro, in calo del 40% rispetto al primo semestre del 2024, quando erano stati realizzati alcuni closing di dimensioni significative.

Gli operatori che hanno raccolto nel primo semestre 2025 sono stati 29 (18 nello stesso periodo dell’anno precedente). La raccolta sul mercato è stata pari a 1.245 milioni, dimezzata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (2.755 milioni).

A livello di fonti, il 26% della raccolta deriva da settore pubblico e fondi di fondi istituzionali, seguito da investitori individuali e family office (20%, 192 milioni), e dai fondi di fondi privati (13%, 129 milioni).

A livello geografico, l’85% dei capitali proviene da investitori domestici. Con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 59% dei capitali raccolti complessivamente in operazioni di buyout e il 35% in early stage.

Investimenti

Nel 2025 l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital è stato pari a 5.215 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto ai 4.459 milioni del primo semestre del 2024.

Vale la pena evidenziare la presenza di 5 operazioni di ammontare superiore a 150 milioni di euro, contro le 7 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente. Se si considerano solamente gli investimenti di ammontare inferiore ai 150 milioni, il dato del primo semestre 2025 risulta pari a 2.732 milioni, in lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (2.364 milioni nel 2024). Il numero di operazioni si è attestato a 370, in crescita del 24% rispetto alla prima parte del 2024 (299 investimenti), distribuito su 244 società.

Photo credit: AIFI

Restando in questo ambito, gli operatori internazionali hanno investito 3.998 milioni di euro, pari al 77% del totale, mentre i soggetti domestici hanno realizzato il 67% del numero di operazioni, pari a 249.

Nel dettaglio, le operazioni di venture capital (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) sono diminuite dell’8% in termini di ammontare (454 milioni), mentre il numero di investimenti è aumentato del 22% (236), testimoniando una minor dimensione media degli investimenti. Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) ha registrato un incremento del 9% per ammontare, pari a 2.748 milioni, e del 17% per numero, pari a 81. L’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda) è stato caratterizzato, invece, da una contrazione del 27% dell’ammontare, pari a 270 milioni, mentre il numero è cresciuto del 30%, con 30 operazioni.

Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono stati 20, contro i 7 dell’anno precedente, e l’ammontare è cresciuto del 162% (1.702 milioni di euro, grazie anche ad alcune operazioni di dimensioni significative). 

Infine, sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano l’87% del numero totale (79% nel primo semestre del 2024).

I settori

A livello settoriale, il primo semestre 2025 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto Ict, con il 35% delle operazioni totali, seguito da settore medicale (14%), e beni e servizi industriali (12%). In termini di ammontare, invece, ha prevalso il comparto dell’energia e ambiente (1.624 milioni, 31%), seguito da quello dei beni e servizi industriali (928 milioni, 18%) e dall’ICT (836 milioni, 16%).

La distribuzione geografica

In termini di distribuzione geografica, il 75% delle 327 operazioni realizzate nel primo semestre di quest'anno in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 244 investimenti), il 18% al Centro (60) e il restante 7% al Sud e Isole, che totalizza 23 investimenti.

Su scala regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto in termini di numero di operazioni (154, pari al 47% del totale), seguita da Toscana (9%) ed Emilia Romagna (8%).

Disinvestimenti

L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 2.724 milioni di euro, contro i 2.363  milioni del primo semestre del 2024 (+15%). Il numero di exit è stato pari a 71 (distribuiti su 59 società), in linea con il primo semestre del 2024, quando erano 70.

Il canale maggiormente utilizzato per i disinvestimenti è stato la vendita ad un soggetto industriale, sia in termini di numero con 29 exit (49% del totale), sia in termini di ammontare (1.052 milioni di euro), con un’incidenza del 39%.

Photo credit: AIFI

Commenti

“Il fundraising nel primo semestre dell’anno è calato in modo significativo e la raccolta di mercato vale 1,2 miliardi, un ammontare dimezzato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente” ha dichiarato Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI. “Serve un’azione forte e immediata per invertire la rotta perché senza raccolta non ci può essere supporto all’economia reale e senza crescita delle imprese non ci può essere un Paese forte”.

“Prosegue la crescita degli investimenti infrastrutturali, a conferma della necessità di nuove infrastrutture nel nostro paese, che richiedono ingenti capitali” ha aggiunto Francesco Giordano, Private Equity Leader di PwC Italia. “Quasi l’80% dell’ammontare investito nel primo semestre 2025 proviene da fondi internazionali, mentre gli operatori domestici sono sempre più focalizzati sul venture capital e su operazioni di small e mid market, con un ticket medio pari a circa 5 milioni di euro, in contrazione rispetto allo scorso anno”.