Manovra 2026, IRES premiale: le ipotesi in campo
Nel cantiere ormai aperto della nuova Legge di bilancio, il pacchetto di incentivi alle imprese potrebbe portare in dote anche la stabilizzazione dell’IRES premiale, nonché una sua semplificazione. Sul tavolo resta però il nodo coperture, quest’anno reso ancora più complesso dall’entrata in scena del capitolo difesa destinato a drenare una quota consistente di risorse.
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Allo stato attuale, l’IRES premiale è prevista per il solo 2025. Da mesi però circolano dichiarazioni di esponenti di governo sull’idea di rendere strutturale l’incentivo, sulla falsariga di quanto fatto per i redditi dei lavoratori dalla scorsa manovra con la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale.
L'IRES premiale nella Manovra 2026
Introdotta dalla Manovra 2025, l'agevolazione consiste in una riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20% per le imprese che accantonano parte degli utili ed effettuano investimenti in beni 4.0 e 5.0, nel rispetto però di due vincoli occupazionali: un incremento degli occupati e il fatto di non aver diminuito il numero di unità lavorative per anno (ULA) rispetto alla media del triennio precedente. A questi si aggiunge, inoltre, la condizione che l’impresa non abbia fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo, salvo alcune eccezioni.
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La misura potrebbe rientrare tra gli incentivi alle imprese della Manovra 2026, per i quali Confindustria ha chiesto un impegno di 8 miliardi di euro l’anno da concentrare sugli interventi prioritari, senza parcellizzare le risorse in mille rivoli. Sul tema è intervenuto ieri il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, durante lo speciale Telefisco 2025 del Sole24Ore, rimarcando ancora una volta la presenza, sui tavoli di governo, dell’ipotesi di stabilizzare l’IRES premiale.
Un’ipotesi che circola in realtà almeno da gennaio 2025, quando proprio Leo, intervenendo ad un evento dell’Associazione nazionale commercialisti (ANC), aveva ricordato che “la riduzione dell’aliquota IRES per chi investe in beni strumentali all’attività d’impresa è uno dei principi della legge delega e va nella direzione di una riduzione strutturale della pressione fiscale su contribuenti e imprese”.
Ieri, però, Leo ha ventilato anche l'ipotesi di un restyling parziale dell’agevolazione.
Da un lato, infatti, il viceministro ha parlato di “verificare un pochino alcune precondizioni che attengono per esempio ai dipendenti, alla cassa integrazione”. Dall’altro, ha anticipato l'intenzione di intervenire sul calcolo dell’agevolazione, prevedendo un maggior peso per il reddito rispetto all’utile.
Leo ha infatti spiegato che “la riduzione dell’aliquota è legata a un aspetto che attiene al reddito, mentre l’investimento deve comportare l’accantonamento dell’utile, e poi il 30% di questo utile accantonato deve essere destinato all’investimento. Quindi assistiamo a una asimmetria tra quella che è la disciplina di riduzione della tassazione e quella che è la tipologia dell’investimento, una cosa è il reddito e una cosa è l’utile”. In tale contesto l’obiettivo del Ministero dell'Economia sarebbe quindi quello di “allineare questi due componenti, quindi reddito su reddito e non reddito su utile”.
Per ora le ipotesi in campo sull'IRES premiale sarebbero queste. La sua stabilizzazione o meno nella Manovra 2026 dipenderà però anzitutto dalle coperture.