Revisione PNRR: le proposte per energia e transizione green. Parla Foti

Foto di tanner moran da UnsplashLa proposta di revisione del PNRR, presentata alla Cabina di regia lo scorso 19 maggio e inviata a Bruxelles il 21 marzo, è stata discussa tra ieri e oggi nelle aule del Parlamento, alla presenza del ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNRR, Tommaso Foti. Dal nuovo Ecobonus auto, alla riallocazione dei fondi dai bandi per l’idrogeno al biometano, le misure per la transizione green sono quelle interessate da una maggiore riformulazione.

Arriva la quinta revisione PNRR. Ecco cosa prevede

Dopo il pagamento della sesta rata (ad oggi sono stati corrisposti all’Italia 122 miliardi di euro) e la rendicontazione degli obiettivi della settima richiesta di pagamento nel dicembre 2024, le Amministrazioni responsabili delle misure PNRR hanno iniziato ad approfondire la necessità di “meglio definire alcuni impegni del Piano, per assicurare che le milestone e i target ancora da conseguire possano essere raggiunti”, dando vita alla quinta proposta di revisione del PNRR

Un aspetto, quello dell’esigenza di indirizzare le risorse del Piano verso target più realistici e adeguati alle necessità del Paese, messo in evidenza da Foti durante i suoi interventi a Camera e Senato, occasione in cui il ministro - incalzato in particolare dagli interventi dei senatori presenti a Palazzo Madama - ha ricordato come tale processo di revisione sia peraltro previsto dalla normativa UE. 

In tale contesto, come vedremo di seguito, la proposta di revisione delle voci di spesa relative per lo più alla settima rata del Piano interviene con modifiche importanti sulle misure dedicate alla transizione energetica, come quelle legate alle colonnine di ricarica elettrica o alle comunità energetiche rinnovabili (CER). 

Le misure PNRR per l’energia modificate dalla revisione del Piano 

Nella proposta di revisione figurano due ampi interventi di riallocazione finanziaria che interessano il settore energetico. 

“Una prima modifica”, si legge nel testo della proposta, “prevede la riallocazione di 640 milioni di euro dalla misura originariamente dedicata all’idrogeno nei settori industriali “hard-to-abate” verso l’Investimento per lo sviluppo del biometano da rifiuti agricoli e residui. Questa scelta pragmatica permette di accelerare la produzione di biometano, un gas rinnovabile ottenuto da rifiuti e residui agricoli”. Nelle intenzioni del Governo, con le nuove risorse allocate all’intervento M2C2 Investimento 1.4, l’Italia potrà raggiungere entro giugno 2026 una capacità produttiva di biometano di 2,3 miliardi di metri cubi all’anno (rispetto agli 1,7 miliardi di metri cubi precedentemente previsti, come evidenziato da Foti in Parlamento). 

Un’ulteriore riallocazione, invece, riguarda la misura sulle infrastrutture di ricarica elettrica, di cui circa 597 milioni di euro vengono immediatamente reimpiegati in un nuovo programma di rottamazione e rinnovo del parco veicolare che promuove la sostituzione di veicoli a combustione interna con veicoli a zero emissioni (M2C2I4.3.1), con incentivi più vantaggiosi per le fasce di reddito più basse (e per le microimprese).

Per approfondire: Revisione PNRR: in arrivo un nuovo bonus auto

Dopo aver sottolineato come il riorientamento delle risorse rappresenti una risposta allo scarso interesse della domanda di mercato per i bandi relativi alla misura M2C2 - 4.3.1 dedicata alle colonnine (ricordando che dei 21.000 punti di ricarica previsti ne sono stati aggiudicati solo 12.110), il ministro Foti ha ribadito in Parlamento come l’Italia, nonostante il poco interesse suscitato dai bandi PNRR dedicati e “contrariamente a quanto si pensi, dispone di una rete di ricarica capillare”. Al 31 dicembre 2024, ha proseguito Foti, si contano infatti oltre 64mila punti di ricarica, a fronte dei 303.924 veicoli elettrici immatricolati (dati al 30 aprile 2025). Il rapporto è quindi di 19 punti di ricarica ogni 100 auto, con una “quota di mercato dell’elettrico ancora bassa, pari al 5%. Ad esempio, la Francia ha 11 punti ogni 100 veicoli, con una quota di mercato che è però più del triplo di quella italiana (17,4%)”. 

Una correzione introdotta dalla proposta di revisione riguarda i fondi PNRR destinati allo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili e alle configurazioni di autoconsumo, che “fino ad oggi hanno prodotto risultati insoddisfacenti”, ha sottolineato Foti. Tra le ragioni ipotizzate in fase di esame delle misure PNRR da sottoporre a revisione, è emerso il tema della platea di beneficiari inclusi, fino a poco fa i Comuni fino a 5mila abitanti. La correzione all'Investimento 1.2 della M2C2, resa operativa la settimana scorsa da un decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), ha predisposto quindi un aumento di tale soglia, estendendo i potenziali beneficiari ai Comuni entro i 50mila abitanti, dove spesso risiedono numerose aziende che consumano energia nelle ore centrali della giornata (mentre le utenze domestiche tendono a consumare al mattino e alla sera). Secondo Foti, questo intervento consentirà una maggiore partecipazione territoriale. 

Tra gli interventi della revisione PNRR legati al settore energetico anche l’unione tra l’Investimento 7 dell’M1C2 Supporto al sistema produttivo per la transizione ecologica e l’Investimento M2C2|5.1 (Rinnovabili e Batterie) “per eliminare duplicazioni e sovrapposizioni e tenere conto dell’andamento della domanda”. Tale accorpamento porta la dotazione complessiva della misura a 3,5 miliardi di euro. 

Infine, alcune modifiche riguardano il capitolo REPowerEU

Tra le misure gestite dal MASE, in riferimento alla M7 Riforma 1 “Semplificazione delle procedure autorizzative per le rinnovabili” la revisione propone di anticipare la scadenza per l’attivazione dello sportello unico digitale (SUER) al secondo trimestre del 2025 e l’entrata in vigore del Testo Unico Rinnovabili al quarto trimestre del 2025. Un altro intervento riguarda la M7 Riforma 4 “Mitigazione del rischio finanziario associato ai contratti PPA”, che prevede l’accorpamento della milestone M7-7 (“Entrata in vigore degli atti di diritto primario”) nella milestone M7-8 (“Entrata in vigore di tutto il diritto derivato che garantisce l’attuazione del diritto primario”). Tra le misure MASE, coinvolta anche la M7 Investimento 4 - Tyrrhenian link, modificando (dopo il completamento della progettazione esecutiva) il numero di km effettivi che collegherà le stazioni di conversione di Eboli e Caracoli (pari a 511,5 km), nonché l'M7 Investimento 5 - SA.CO, per cui viene chiarito l’indicatore qualitativo e la descrizione della milestone M7-16 per snellire il processo di rendicontazione e valutazione. 

Altri due interventi, infine, interessano da un lato il contributo a fondo perduto per l’acquisto di impianti e relative tecnologie digitali nell’ambito di M7 Investimento 16 - Supporto alle PMI per l’autoproduzione da fonti energetiche rinnovabili (misura gestita dal MIMIT), dall’altro l’Investimento 17 REPowerEU - Strumento finanziario per l’efficientamento dell’edilizia pubblica, anche residenziale (ERP), e delle abitazioni di famiglie a basso reddito e vulnerabili.