Roma EU Finance Day: come finanziare transizione green e competitività dell’industria europea

Foto di micheile henderson da unsplashStretta tra tensioni geopolitiche, crisi energetica e aumento della competizione globale per la gestione di tecnologie critiche, l'UE ha posto al centro della sua strategia il sostegno alla competitività dell’industria, nel rispetto dei principi di sostenibilità. All’EU Finance Day di Roma si è parlato degli strumenti di finanziamento per sostenere la roadmap di Bruxelles, come InvestEU, e del ruolo svolto da istituti nazionali di promozione (come l’italiana CDP) e banche locali per veicolare nel modo più efficiente possibile le risorse europee verso l’economia reale. 

Il piano della BEI per sostenere innovazione e competitività

L’evento organizzato dalla Commissione Europea a Roma è il secondo della serie “EU Finance Day: Financing Competitiveness" del 2025, dopo quello di maggio svolto in Estonia. La conferenza, cui hanno partecipato esponenti di istituti finanziari e responsabili politici, ha sottolineato in particolare come il futuro dell’industria europea sia strettamente legato alla capacità di attrarre investimenti mirati, con l’obiettivo di stimolare la competitività sbloccando ulteriore capacità di investimento.

Come evidenziato durante l’evento, infatti, è ormai noto che il finanziamento della competitività dell’Unione ha un costo molto elevato, che il rapporto Draghi stima in 800 miliardi di investimenti addizionali ogni anno. Pertanto, come ribadito dagli speaker, usare nel modo più efficiente possibile le risorse europee a disposizione è quanto mai necessario, anche per sbloccare il capitale privato fermo sui conti correnti (stimato da Draghi in 10 trilioni di euro). 

Per approfondire: Bruxelles lancia l’Unione dei risparmi e degli investimenti

Un nuovo piano per la competitività e la prosperità sostenibile dell'Europa e dell’Italia

Come evidenziato da Giorgio Chiarion Casoni, Direttore della Direzione Investimenti, Direzione Generale per il Mercato Interno, l'Industria, l'Imprenditoria e le PMI presso la Commissione UE nel suo discorso introduttivo, “l’Unione dispone di molti strumenti per finanziare la competitività europea”.

Molte delle iniziative promosse dall’Esecutivo europeo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, rafforzando allo stesso tempo la competitività dell’industria e aumentandone la sicurezza, rientrano nel documento di indirizzo Competitiveness Compass, presentato a inizio anno. Tra queste, il Clean Industrial Deal, il piano UE per l’automotive e per l’acciaio, il piano per l’energia. 

Tra gli altri strumenti citati da Casoni, il nuovo Fondo per la competitività europea (“European Competitiveness Fund”), che dovrebbe configurarsi, nell’ambito del prossimo QFP post 2027, come strumento di finanziamento univoco per finanziare sia ricerca e innovazione, sia progetti che puntano a sviluppare tecnologie critiche in settori strategici per la competitività. 

Tutte queste iniziative su cui si basa attualmente la strategia della Commissione, dovrebbero contribuire anche a rafforzare il ruolo, già fondamentale, di InvestEU, principale programma europeo di de-risking che incentiva il settore privato a investire in progetti innovativi fondamentali per la competitività dell’UE, focalizzato su quattro aree di intervento: infrastrutture sostenibili, finanziamenti alle PMI, ricerca e innovazione, supporto alle infrastrutture sociali e competenze. 

“Ad oggi”, ha aggiunto il Direttore Generale, “con InvestEU abbiamo già mobilitato oltre 300 miliardi di investimenti (di cui il 70% dal settore privato, ndr)”. Tuttavia, come evidenziato da Casoni, grazie alle ultime iniziative della Commissione, incluso il pacchetto Omnibus che prevede una semplificazione di InvestEU e un potenziamento della capacità di investimento tramite un utilizzo più efficiente delle risorse, “il programma potrebbe mobilitare 50 miliardi di euro addizionali rispetto alle stime iniziali (raggiungendo così quota 450 miliardi di euro), di cui la metà proveniente da nuove garanzie e altri 25 miliardi dalla combinazione con altri strumenti finanziari gestiti dalla BEI (Banca europea per gli investimenti) e dal FEI (Fondo europeo per gli investimenti).

In tale contesto, l’Italia è uno dei principali beneficiari di InvestEU, grazie all’impegno di soggetti quali CDP, SACE, Simest, Fondo di garanzia per le PMI. Nel panorama italiano che opera tramite il programma vi sono 17 intermediari finanziari che gestiscono circa 1 miliardo di euro, mentre sulla parte equity vi sono 19 fondi di equity con sede in Italia che hanno beneficiato di InvestEU.

“D’altra parte”, ha sottolineato Milena Messori, Head of the European Investment Bank Group Office in Italia, “la BEI ha una e solida esperienza in Italia. Negli ultimi anni ha finanziato 280 miliardi di investimenti, di cui 58 miliardi solo negli ultimi 5 anni e 11 miliardi nel 2024, che hanno permesso di mobilitare nell’economia reale, grazie all’effetto leva, ben 37 miliardi di euro, ovvero l’1,7% del PIL nazionale”. 

Tra gli ultimi investimenti approvati ultimamente in Italia, nell’ambito dell’intervento tematico “infrastrutture e territori sostenibili”, la BEI - ha ricordato Messori - ha finanziato Inwit con 350 milioni di euro per sostenere le infrastrutture digitali di telecomunicazione, anche in aree rurali. In tema “lavoratori e aziende”, attraverso banche partner commerciali e strumenti di blending con le Regioni, nel 2024 la BEI ha erogato quasi 4 miliardi di euro a diverse PMI italiane. “Nella prima metà del 2025, invece, abbiamo sottoscritto un cover bond con la Banca Popolare di Sondrio che ha mobilitato 350 milioni per finanziare le imprese agricole in Italia. Infine, abbiamo recentemente sviluppato anche un’iniziativa di blending con la Regione Calabria, con cui la provvista BEI e le sovvenzioni regionali sono combinate per ridurre il costo del finanziamento”. 

Tra gli strumenti a sostegno dell’innovazione adoperati dalla Banca, anche quelli di venture debt ed equity, che possono risultare fondamentali per sostenere le realtà che operano in mercati ancora molto immaturi, ma con grande potenziale di crescita. Ne sono un esempio il venture debt siglato con la startup milanese Energy Dome da 25 milioni di euro, e un altro da 20 milioni a supporto della startup genovese BeDimensional. 

“Non solo le piccole imprese possono accedere ai finanziamenti BEI”, ha evidenziato Messori, “nel 2024, infatti, abbiamo investito 2 miliardi di euro in grandi aziende. Di queste risorse, ad esempio, 220 milioni di euro sono stati destinati al finanziamento di Nexi per promuovere la modernizzazione dei pagamenti digitali in Europa”.

“Nell’Unione”, ha concluso Messori, “non mancano capitali e idee, ma bisogna renderli efficienti usufruendo di diversi strumenti e fonti di finanziamento, sia pubbliche che private, sia europee che nazionali. La BEI fa da ponte per trovare un equilibrio adeguato”. 

Tornando all’implementazione di InvestEU in Italia, non si può non citare il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che gestisce oltre 1 miliardo dei 26 complessivi del programma attraverso:

  • l’attività di advisory per i beneficiari del programma, tramite InvestEU Advisory Hub, che ha sostenuto centinaia di progetti in 17 Regioni italiane, spaziando dall’efficientamento energetico all’adattamento al cambiamento climatico, fino alle infrastrutture sostenibili;
  • le garanzie finanziarie.

Queste ultime, in particolare, hanno un’enorme capacità di “fare leva sul bilancio europeo, moltiplicando gli investimenti a supporto delle imprese, in particolare delle PMI”, ha commentato Martina Colombo, Head of EU Affairs di Cassa Depositi e Prestiti e main Italian Implementing Partner of InvestEU.

“In Italia”, ha proseguito Colombo, “il 40% delle operazioni InvestEU è finanziato da BEI e CDP, ma lavoriamo anche con il FEI - come nel caso di finanziamenti tramite fondi paneuropei interessati al nostro Paese - e altri istituti nazionali di promozione”. 

Tra le ultime iniziative lanciate dalla Commissione UE più rilevanti per Salvatore De Vita, Economic Counsellor, European Commission Representation in Italia, e particolarmente importanti per il contesto industriale italiano, è la EU Startup and Scaleup Strategy, che coglie un punto centrale: senza l’investimento nei talenti non è possibile rafforzare la competitività. Come non lo è altrettanto se si lasciano indietro delle aree geografiche già colpite da radicate disparità economiche. “Il fatto che a Milano il 70% dei risparmi si traduce in investimenti mentre in un Comune siciliano tale tasso ammonta al 25% è un campanello d’allarme, che dovrebbe destare l’attenzione delle istituzioni pubbliche”, ha evidenziato De Vita. 

Sfide e soluzioni al finanziamento della transizione e della competitività in Italia

Restando nel contesto italiano, durante un altro panel Roberto Ciciani, Capo Direzione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ha esposto il punto di vista delle istituzioni pubbliche sulle principali sfide al percorso di transizione verso un sistema più sostenibile e competitivo

“Le principali criticità sono essenzialmente legate ai grandi costi della transizione verso un’economia con minori emissioni. Gli investimenti iniziali, infatti, sono elevati, a fronte di un rendimento basso nel breve periodo. Questa situazione ha richiesto, negli anni, un intervento pubblico nella forma di garanzia dello Stato (al 50%), che si assume una parte del rischio dell’investimento facilitando così l’intervento della finanza privata”. 

Altre sfide riscontrate da Ciciani riguardano i costi sociali della transizione, il cui esempio lampante è l’insuccesso della diffusione delle auto elettriche tra le classi meno abbienti, anche in questo caso a causa dell’elevato investimento iniziale richiesto. 

“Un ulteriore ostacolo deriva dalla forte competizione globale in settori strategici per la transizione, come l’industria siderurgica, chimica di base, il settore del cemento, vetro e ceramica, alluminio e metalli non ferrosi. Tutti settori strategici, che però attraggono pochi investimenti privati in Europa perché la produzione all’estero è più conveniente”, ha aggiunto Ciciani. 

Come può intervenire lo Stato? “Può rispondere definendo una chiara regolamentazione in linea con il framework europeo. In secondo luogo, può creare opportunità di investimento dedicate come i BTP green e, infine, può promuovere partenariati pubblici e privati con il sostegno di CDP, SACE, Simest e altre partecipate del settore energia”, ha commentato il relatore del MEF.

Riportando, invece, le istanze di Confindustria e, quindi, delle imprese, Angelo Camilli, vicepresidente Credit finance and risk di Confindustria, ha evidenziato come “nonostante il sistema imprenditoriale italiano si comporti bene (ad esempio siamo il 4° Paese esportatore al mondo), gli investimenti non crescono come dovrebbero. Le policy da mettere in atto a livello nazionale devono ispirarsi al principio della crescita, in particolare delle PMI, che sono la maggioranza in Italia”. In tale contesto, secondo Camilli, il supporto del sistema finanziario e in particolare delle banche è fondamentale, soprattutto grazie al ricorso a strumenti efficienti come le già citate garanzie. Tra gli interventi vincenti degli ultimi anni ormai non più operativi e di cui il vicepresidente auspica il ritorno o la riformulazione vi è l'ACE (Aiuto alla Crescita Economica), uno strumento che consentiva alle imprese di dedurre dal reddito imponibile una percentuale del nuovo capitale proprio immesso o degli utili reinvestiti, riducendo così le tasse da pagare e incentivando la patrimonializzazione.

A seguire, Livio Romano, Responsabile Progetti Industriali e Iniziative Internazionali di CDP, ha poi illustrato la visione di Cassa sull'evoluzione del rapporto tra sostenibilità e competitività, sia a livello UE che nazionale, e il ruolo cruciale delle banche di sviluppo. Secondo Romano, la strada da percorrere è chiara, tracciata dal Rapporto Draghi e pienamente recepita dalla Commissione Europea: per far coesistere sostenibilità e competitività l'obiettivo primario è attirare i capitali privati, vero motore della transizione e della competitività, garantendo al contempo che le imprese abbiano un “incentivo economico tangibile” a investire nella sostenibilità. “Occorre dunque stabilire un sistema di regole che faciliti l'afflusso di capitali verso investimenti che siano effettivamente remunerativi, migliorando la regolamentazione sulla sostenibilità che attualmente si trasforma spesso in un onere per le imprese che cercano di accedere al mercato dei capitali”.

In questo scenario, CDP “cerca di intervenire laddove il mercato non arriva”, operando in una logica di complementarità e supportando attivamente progetti innovativi. Per quanto riguarda la selezione di tali progetti, ha sottolineato Romano, “non viene valutato solo il ritorno economico-finanziario e il rischio, ma viene effettuata anche una profonda analisi dell'impatto complessivo che il progetto genera sulla comunità in termini ambientali, sociali e, più recentemente, in termini di sicurezza economica e resilienza, aspetti sempre più cruciali nel contesto globale attuale”. 

A testimoniare, invece, il ruolo attivo delle banche nazionali per supportare la transizione e la competitività delle imprese è stata Anna Maria Roscio, Executive Director Sales & Marketing di Intesa San Paolo. La banca si è concentrata sempre più sull’accompagnamento alla crescita sostenibile delle imprese, inserendo una logica di premialità per chi investe in sostenibilità. “Il secondo pilastro su cui abbiamo lavorato è quello dell'engagement delle imprese per divulgare una cultura della sostenibilità intesa non come compliance regolamentare ma volano per la competitività, mentre il terzo pilastro riguarda il tema della misurazione, effettuata tramite uno score ESG incorporato nei nostri modelli di credito”. 

Sul fronte degli investimenti, Intesa ha erogato negli ultimi anni 11 miliardi di euro a sostegno di investimenti sostenibili ricorrendo a strumenti quali le garanzie nazionali (in particolare nell’ambito di partnership con SACE o con il Fondo di garanzia per le PMI) e InvestEU, che hanno visto Intesa impegnata in accordi con la BEI e CDP. “Se è vero che i capitali sono disponibili, il ruolo delle banche è renderli accessibili e mettere a disposizione delle imprese investimenti per la crescita”, ha concluso Roscio. 

Finanza di Transizione in pratica: garanzia di sostenibilità InvestEU e implementazione del Green Gateway in Italia

Durante l’ultimo panel dell’EU Finance Day di Roma si è poi parlato di altri due strumenti europei fondamentali per il finanziamento della transizione, che stanno avendo un discreto successo anche in Italia.

Il primo riguarda le garanzie di sostenibilità di InvestEU, di cui ha parlato Raluca Stanciu, Responsabile dell'Unità Sostenibilità del FEI, che grazie a queste garanzie promuove la diffusione della finanza sostenibile tra le PMI. Il Fondo, infatti, gestisce 11,8 miliardi di euro nell’ambito di InvestEU, risorse con cui - collaborando con una rete capillare di intermediari finanziari in tutta l'UE – mira a mettere a disposizione complessivamente 150 miliardi di euro per le PMI. In tema di garanzie di sostenibilità, il FEI ha sviluppato la prima garanzia paneuropea concepita per sostenere le PMI nel percorso di transizione. In tale contesto, ad oggi, il Fondo ha condiviso circa 6,5 miliardi di euro di rischio con i suoi partner, attraverso uno strumento che copre i prestiti alle PMI a fronte di una serie di rigorosi criteri di eleggibilità, che spaziano dalla resilienza climatica ai veicoli a zero emissioni, dall'economia circolare agli ecosistemi, fino all'ICT verde e alle soluzioni digitali e che vengono aggiornati in base ai fabbisogno di mercato. “La garanzia del FEI può coprire fino al 78% delle eventuali perdite, rappresentando un meccanismo innovativo e di recente introduzione. I risultati sono già significativi: sono stati siglati 158 accordi di garanzia con 123 intermediari finanziari, mobilitando finanziamenti per un totale di 8,6 miliardi di euro in tutta l'UE”, ha spiegato Stanciu.

Il secondo strumento citato dall’esperta del FEI e approfondito da Giulio Ventura, InvestEU Advisory della BEI, è Green Gateway, una piattaforma sviluppata negli ultimi 5 anni volta a facilitare l'accesso delle imprese europee, in particolare le PMI, ai mercati internazionali nel settore delle tecnologie verdi e sostenibili. Obiettivo della piattaforma promossa da InvestEU Advisory Hub è rafforzare il ruolo degli intermediari finanziari nel finanziamento della transizione nell’UE. Ampio il ventaglio di strumenti messi a disposizione nell’ambito della piattaforma, da “WEB based Operational Tools”, con l’obiettivo di identificare investimenti verdi, al “WEB based Capacity building tool” che offre attività di E-learning e l’”Help desk”, riservato ai clienti BEI e FEI per fornire un sostegno più tecnico agli utenti. E’ previsto poi un “Bilateral Advisory Assessment” tramite il quale, con l’assistenza di consulenti esterni, InvestEU Advisory Hub fornisce dei programmi di training alle controparti che operano nei contesti nazionali, ad esempio CDP. 

Entrando più in dettaglio proprio dell’esperienza di CDP, durante il dibattito Davide Galli De Paratesi, European Programme Management Senior Specialist di Cassa Depositi e Prestiti, main Italian Implementing Partner of InvestEU, ha ripercorso l’operato di CDP nell’ambito di InvestEU, riportando anche degli esempi concreti. Anzitutto, come riferito da Paratesi, la Cassa è attiva sui pilastri InvestEU Fund e InvestEU Advisory Hub. Nell’ambito del primo, CDP dispone di garanzie per un miliardo e ha firmato operazioni per 670 milioni di euro circa, mobilitando 6,5 miliardi di investimenti. Nel secondo ambito, invece, l’ammontare delle sovvenzioni UE gestite da Cassa è pari a 10 milioni di euro e le operazioni firmate valgono 6,4 milioni di euro, per un totale di investimenti mobilitati di 6,7 miliardi. 

In tale contesto, tra i progetti promossi da CDP (con 95 milioni di euro a sostegno di UNIMI) nell’ambito del pilastro InvestEU Fund, uno ha riguardato la rigenerazione dell’area di Milano che nel 2015 ha ospitato l’Expo. Un progetto riferito al pilastro Advisory Hub, invece, ha coinvolto il Comune di Palermo, con cui CDP ha programmato un intervento di innovazione dell’illuminazione pubblica, di efficienza energetica degli edifici della città e di restaurazione degli edifici scolastici. 

A conclusione dell’ultimo panel, Claudio Olivi, Team Leader Corporate financing di Credito Emiliano e Franca Belli, Responsabile Area Organizzazione di Mediocredito Trentino Alto Adige hanno poi descritto le iniziative di affiancamento portate avanti da BEI e FEI per migliorare i prodotti e le strategie offerte dalle banche a sostegno degli investimenti ESG (Environmental, Social e Governance). 

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