E-car, Séjourné: piano entro l'anno
Entro la fine dell’anno, Bruxelles dovrebbe presentare l’iniziativa “E-car”, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di un’auto elettrica economica, ecologica e made in Europe. Ad annunciarlo durante il Consiglio UE Competitività è stato il Commissario europeo per l'industria, l'imprenditoria, le PMI e il mercato unico Stéphane Séjourné.
Cosa prevede il Piano UE per l’automotive
Come dichiarato da Sejourné al Consiglio UE Competitività, nelle intenzioni di Bruxelles l’iniziativa E-car dovrebbe essere finalizzata entro fine 2025, consentendo di lanciare sul mercato un’auto fabbricata in Europa pulita, compatta ed economica.
L’iniziativa, già annunciata da Ursula von der Leyen a SOTEU 2025, rientra tra le priorità della Commissione per il comparto automotive europeo, che in questo periodo vive un momento di profonda crisi, inserendosi quindi nella più ampia strategia europea volta a sostenere la competitività dell’industria automobilistica dell’UE, come evidenziato nel Piano d’azione per l’automotive presentato a inizio marzo 2025.
Consiglio UE Competitività, Sejourné: auto elettriche tra i 15 e i 20mila euro
Durante il suo intervento al Consiglio Competitività in cui ha fatto il punto sull’ultimo dialogo con il settore dell’automotive (tenutosi lo scorso 12 settembre), il vicepresidente della Commissione UE ha dichiarato che l’Unione fornirà sostegni mirati ai costruttori del comparto automobilistico per immettere sul mercato nuovi modelli di auto pulite che costino tra i 15mila e i 20mila euro. Una fascia ad oggi esclusa dal mercato dell’elettrico europeo (il prezzo medio attuale delle auto elettriche si attesta sui 40mila euro).
In questo modo, la misura dovrebbe stimolare la domanda di veicoli elettrici rafforzando al contempo la produzione europea, al momento schiacciata dai competitor asiatici (Cina e Giappone).
Quella sulle e-car è solo una delle iniziative per l’automotive promosse dall’Unione, che nei prossimi mesi presenterà anche una strategia che promuove l’elettrificazione delle flotte aziendali, un’alleanza industriale sulle auto a guida autonoma e una proposta per la produzione di batterie (“Battery Booster”).
Accanto a queste iniziative, ve ne è poi una che interessa il piano normativo: la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2, che dal 2035 imporrà lo stop a motori termici diesel e benzina, introducendo delle clausole di flessibilità per andare incontro agli stakeholder dell’industria automobilistica europea, tra tutte quella di mantenere sul mercato i veicoli ibridi plug-in oltre la scadenza del 2035. Al momento il dibattito vede due fazioni divise: l’industria che chiede più tempo per adattarsi agli obblighi di Bruxelles da un lato, e dall'altro il settore dell’elettrico preoccupato che eventuali passi indietro sui target UE potrebbero frenare gli investimenti attesi, con effetti negativi in termini di competitività europea in questo segmento industriale.
Urso: interventi UE per automotive all’insegna della neutralità tecnologica
Oltre ai dialoghi con gli stakeholder di settore, la Commissione sta portando avanti il dibattito sull'automotive anche con i rappresentanti istituzionali degli Stati membri, e il Consiglio UE Competitività è una delle sedi in cui avviene il confronto con i 27.
Tra i vari esponenti nazionali, vi è anche Adolfo Urso, ministro del MIMIT, che è intervenuto insieme ai colleghi al Consiglio UE Competitività, ribadendo la necessità di “rivedere le regole del Green Deal”, con un riferimento esplicito alla revisione in corso del regolamento sulle emissioni di CO2, e sottolineando anche l’urgenza di rilanciare l’industria automobilistica europea, “un pilastro dell’economia da cui dipendono molti posti di lavoro”.
La ricetta auspicata da Urso è dunque basata su un approccio pragmatico all’insegna della neutralità tecnologica, della flessibilità e dell’autonomia strategica: “non possiamo passare dalla dipendenza energetica dalla Russia a una dipendenza tecnologica con altri paesi. Occorre garantire che le batterie elettriche siano prodotte in Europa, con tecnologia sotto il nostro controllo per assicurare la resilienza del nostro continente e difendere la libertà di impresa rispetto alle minacce che incombono”.
Per Urso, quindi, non è sufficiente sostenere la creazione di un mercato di e-car europee competitivo, suggerendo invece che sia necessario considerare anche l’introduzione di altri carburanti (ad esempio i biocarburanti) tra le soluzioni volte a rendere l’auto pulita europea accessibile a tutti. “Il settore dell’auto sta collassando in Europa: ogni giorno si annunciano chiusure di stabilimenti e migliaia di licenziamenti nell’intera filiera. E’ fondamentale affrontare con realismo, senza paraocchi ideologici ma con flessibilità e pragmatismo, quello di cui necessita la nostra Europa”, ha aggiunto il numero uno del MIMIT, ricordando la proposta italiana di inserire nel Fondo per la Competitività misure specifiche per la transizione dell’automotive, il principio di neutralità tecnologica e strumenti innovativi per start-up e scale-up, combinando in modo flessibile risorse europee, nazionali e private.