Il futuro della Politica di Coesione al centro della EU Week of Regions and Cities

Fitto e Tutto - Photo credit: EC - Audiovisual Service - European Union, 2025 - Photographer: Lukasz KobusCoesione e crescita, diritto di rimanere e agenda urbana sono i tre temi chiave della Settimana europea delle regioni e delle città, in corso a Bruxelles fino al 15 ottobre. Al centro del dibattito il ruolo delle regioni nella futura Politica di Coesione, alla luce di una proposta di bilancio UE 2028-2034 che cambia radicalmente la gestione dei fondi europei pre-assegnati agli Stati membri.

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Il motto della 23esima edizione della Settimana europea delle regioni e delle città, l'evento organizzato da Commissione europea e Comitato europeo delle regioni (CdR) che quest'anno si tiene a Bruxelles dal 13 al 15 ottobre, è "Shaping tomorrow, together”. Un richiamo a quella collaborazione interistituzionale tra i vari livelli di governo all'interno dell'UE e degli Stati membri, che il vicepresidente esecutivo per la Coesione e le riforme, Raffaele Fitto, ha rimarcato nel suo intervento in apertura della manifestazione. “La parola chiave è insieme”, ha detto il commissario, assicurando che Commissione e territori continueranno “a giocare nella stessa squadra”, la squadra della coesione, di cui la presidente del CdR Kata Tüttő ha regalato una maglia da calcio a Fitto in occasione della sua prima visita al Comitato delle regioni.

Commissione UE a lavoro per una Coesione a prova di futuro

La Commissione sta lavorando su tutti e tre i temi della EU Week of Regions and Cities, ha sottolineato Fitto.

Cohesion and Growth for the Future”, perché sia il pacchetto di mid term review 2021-2027 che le proposte per il QFP 2028-2034 mirano a modernizzare la Coesione per renderla capace di affrontare le nuove priorità politiche dell'UE, dalla competitività alla difesa, dall'emergenza alloggi alla resilienza idrica e climatica. “Right to Stay”, il diritto di ogni europeo di rimanere nel posto che riconosce come casa, che secondo la Commissione si realizza al meglio attraverso l'integrazione tra i fondi europei proposta nel bilancio UE post 2027, ad esempio con l'integrazione di PAC e Coesione per lo sviluppo delle aree interne e rurali. E infine “Cities Building Tomorrow”, con l'impegno a mettere in cima all'agenda urbana i temi della mobilità sostenibile, dell'accesso ai servizi pubblici e degli alloggi, su cui la Commissione punta a presentare un piano d'azione dedicato il 16 dicembre.

A sostegno del suo approccio la Commissione ha pubblicato, in coincidenza con la partenza della Settimana delle regioni, anche tre relazioni di valutazione, una sulla programmazione della Coesione 2014-2020, una sulla revisione intermedia 2021-2027 e una sul fondo REACT-EU, da cui si evince - si legge in una nota di Bruxelles - “che, per massimizzare l'efficacia, la politica deve essere sostenuta da una solida governance, da una forte capacità amministrativa e da un contesto economico e imprenditoriale favorevole”.

Le preoccupazioni delle Regioni sul ruolo dei territori nella Coesione post 2027

Eppure, nonostante le rassicurazioni della Commissione, le regioni continuano a guardare con preoccupazione al delivery model proposto per il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034. Un bilancio che, ha ribadito la presidente del CdR Kata Tüttő in occasione della EU Week of Regions and Cities, non assegna risorse certe alla Politica di Coesione e rischia di escludere i territori dalla programmazione e dalla gestione dei fondi europei, accentrando le risorse in capo ai Governi.

Nel QFP 2028-2034 proposto da Bruxelles il 16 luglio scorso, tutti i fondi europei pre-assegnati agli Stati membri confluiscono infatti in un maxi Fondo, il National and Regional Partnership Fund (NRP Fund), la cui programmazione e gestione è affidata agli Stati membri attraverso Piani di partenariato nazionali e regionali (National and Regional Partnership Plans – NRPP), che mettono insieme Politica di Coesione, Politica agricola comune (PAC) e fondi per pesca, migrazione, sicurezza interna, difesa. Fatte salve alcune quote blindate per PAC e regioni e meno sviluppate, si tratta di un grande contenitore in cui priorità politiche, settori e territori competono tra loro per ottenere una fetta sufficiente della torta. Il principio di partenariato e la governance multilivello sono garantiti dal regolamento sul Fondo unico, ma il modello di riferimento è quello del PNRR, con un forte presidio centrale che costruisce e gestisce una programmazione unitaria e ne é responsabile nei confronti della Commissione, la quale sblocca i pagamenti sulla base del raggiungimento di milestone e target.

Il regolamento del maxi Fondo non è prescrittivo al livello delle azioni dei Piani di partenariato, che dovranno perseguire cinque obiettivi generali, e relativi obiettivi specifici, che richiamano le varie politiche confluite nell'NRP Fund: ridurre gli squilibri regionali e favorire la cooperazione territoriale europea; sostenere occupazione, istruzione e inclusione sociale, compresa la transizione giusta verso la neutralità climatica; dare attuazione alla PAC, sostenere la Politica Comune della Pesca (PCP); proteggere la democrazia e i valori dell'Unione. I contenuti e gli spazi finanziari dedicati a ciascuna priorità dipenderanno molto anche dalle sfide individuate, nel contesto del Semestre europeo, nelle raccomandazioni specifiche per ciascun Paese, e potranno cambiare in risposta a nuovi scenari. In base al regolamento, i Piani potranno infatti essere modificati, oltre che nell’ambito della revisione di medio termine, con richieste motivate in relazione a nuove esigenze ed emergenze e, in caso di aggiustamenti che implichino un aumento o una diminuzione inferiore al 5% di un obiettivo stabilito nel Piano, anche senza attendere il via libera di Bruxelles.

NRP Fund: il regolamento del Fondo unico per i Piani di partenariato nazionali e regionali

Il risultato è una “centralizzazione a cui guardiamo con preoccupazione”, ha detto la presidente Tüttő, ribadendo il timore degli “hunger games della Coesione”, “giochi di fame” tra i diversi settori e territori in competizione per ottenere i fondi europei in gestione concorrente. Un impianto che desta preoccupazione anche al Parlamento Europeo e che lascia scontenti diversi Stati membri, anche per la complicata commistione con la Politica agricola comune e per il rischio che, dopo le proteste dei trattori dello scorso, gli agricoltori tornino sulle barricate in difesa di una PAC forte e autonoma.

Per approfondire: Bilancio europeo 2028-2034: guida alla riforma PAC post 2027

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