Reddito di libertà, novità sui contributi alle donne vittime di violenza 2025

Reddito di libertà donne vittime di violenza - Foto di Tima Miroshnichenko da PexelsA partire dal 12 maggio si apre una nuova fase per la presentazione delle domande di reddito di libertà destinato alle donne vittime di violenza al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia. Ad annunciarlo è l'INPS che ha reso disponibili parallelamente agli esiti delle richieste ripresentate fino alla scadenza del 18 aprile.

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Introdotto dal decreto Rilancio, il Reddito di libertà è un contributo economico mensile volto a favorire l'indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza, in condizione di povertà legata a uno stato di bisogno straordinario o urgente, e seguite dai centri antiviolenza.

Negli anni, l'operatività della misura è stata garantita da una serie di iniezioni di liquidità. Con la legge di Bilancio 2024, è stato stabilito un rifinanziamento permanente del Fondo relativo al sussidio, con risorse pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026 e pari a 6 milioni annui a decorrere dal 2027. 

Successivamente, con la Manovra 2025, lo stesso Fondo è stato rifinanziato con un milione in più all’anno dal 2025. Un piccolo passo in avanti per garantire l'effettiva indipendenza economica e l'emancipazione delle donne vittime di violenza, con un aumento delle potenziali beneficiarie che - secondo le stime - passerà da circa 1666 a circa 1850.

A proposito delle modalità operative, l'INPS ha comunicato l’apertura dal 12 maggio 2025 del servizio per la presentazione delle nuove domande per l'anno in corso. Parallelamente, sono stati resti noti dallo stesso Istituto gli esiti delle domande ripresentate entro il 18 aprile nella fase transitoria, ossia quelle precedentemente presentate e non accolte per incapienza dei fondi.

In virtù delle novità, ecco le indicazioni utili per l'erogazione del contributo mensile riconosciuto per un periodo massimo di un anno alle donne vittime di violenza.

Reddito di libertà per donne vittime di violenza: i requisiti

Il reddito di libertà, di importo massimo pari a 500 euro mensili pro capite per un anno, può essere richiesto dalle cittadine italiane, comunitarie o di uno Stato extracomunitario vittime di violenza, con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali, al fine di sostenerle nel percorso di emancipazione e autonomia

Il contributo è concesso alle donne che hanno subito violenza e si trovino in condizioni di povertà legata ad uno stato di bisogno straordinario o urgente. Il reddito di libertà è infatti finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l'autonomia abitativa e la riacquisizione dell'autonomia personale nonché il percorso scolastico e formativo dei figli minori.

Diversamente da quanto accaduto in passato in relazione ad altre misure di sostegno, l’aiuto per il triennio 2024-2026 non è compatibile con l’assegno di inclusione. Gli importi sono inoltre esenti dall’IRPEF, dal momento che sono erogati da un ente pubblico a titolo assistenziale.

Come fare domanda per il reddito di libertà 2025

Di norma, le domande devono essere presentate all’INPS tra il 1° gennaio e il 31 dicembre di ogni anno, e possono essere ripresentate, negli anni successivi, laddove non prese in considerazione per mancanza di risorse finanziarie.

Possono presentare l'istanza le donne interessate, direttamente o tramite delegato o rappresentante legale, per il tramite del Comune di riferimento, ossia da quello nel cui ambito è avvenuta la presa in carico da parte del centro antiviolenza e del servizio sociale, a prescindere che in tale Comune la donna abbia fissato la residenza o il domicilio.

Nella prima fase di erogazione, definita come 'periodo transitorio', le domande presentate all’INPS e non accolte per incapienza dei fondi hanno avuto un canale prioritario, a condizione di essere ripresentate a partire dal 5 marzo scorso e fino alla scadenza del 18 aprile 2025.

A partire dal 12 maggio e fino al 31 dicembre 2025, tutte le donne in possesso dei requisiti necessari, comprese coloro che non hanno ripresentato la domanda entro il periodo transitorio, potranno inviare apposita richiesta di contributo a valere sulle risorse finanziarie disponibili per quest'anno 2025, utilizzando il modulo "SR208", denominato "Domanda Reddito di Libertà", reperibile nella sezione "Moduli" del sito istituzionale dell’INPS.

Le domande sono accolte sulla base delle risorse disponibili a livello regionale tenendo conto della data e dell’ora di invio delle stesse. Quindi è preferibile presentare l’istanza prima possibile.

In ogni caso, spiega l'INPS, "le domande ripresentate nella fase transitoria e non accolte per insufficienza delle risorse regionali restano valide fino al 31 dicembre 2025 e conservano la priorità rispetto alle nuove domande dell’anno 2025".

Come specificato dallo stesso Istituto,"nel caso di domande non accolte, a decorrere dal 1° gennaio 2026 le interessate possono presentare un’autonoma nuova domanda".

La ripartizione regionale dei fondi 2024-2026

Il decreto del 2 dicembre 2024 ha stabilito il riparto regionale del Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza, avente a disposizione 30 milioni di euro equamente suddivisi per gli anni 2024, 2025 e 2026.

Il budget a disposizione è stato ripartito tra le Regioni in base ai dati Istat al 1° gennaio 2024 riferiti alla popolazione femminile - residente nei Comuni di ciascuna Regione - appartenente alla fascia di età 18-67 anni, secondo la tabella allegata al provvedimento attuativo.

I fondi sono stati quindi trasferiti all'INPS dal Dipartimento per le pari opportunità sulla base della programmazione della spesa massima stabilita per le singole Regioni, entro 30 giorni dall'avvenuta registrazione da parte degli Organi di controllo.

Reddito di libertà: tutti i chiarimenti dell'INPS

Triennio 2024-2026

Come già anticipato, i criteri di ripartizione del Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza e i requisiti dell’agevolazione sono stati stabiliti dal decreto attuativo del 2 dicembre 2024, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 52 del 4 marzo 2025.

A seguito di questo passaggio, l'INPS ha pubblicato il messaggio n. 1429 del 7 maggio 2025 con cui ha reso noti gli esiti delle domande ripresentate nella fase transitoria, sulla base delle risorse disponibili a livello regionale. Nella stessa comunicazione, l'Istituto ha anche fissato al 12 maggio 2025 l'apertura del servizio per la presentazione delle nuove domande di reddito di libertà per l’anno in corso.

Biennio 2021-2022

Con il messaggio n. 3363 del 13 settembre 2022, l'INPS ha stabilito l'ulteriore finanziamento del Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza. Grazie alla disponibilità di nuovo budget per il 2021 e 2022 saranno liquidate le domande già accolte e lavorate quelle presentate a seguire.

Con il messaggio n. 1053 del 7 marzo 2022 l'Istituto ha definito le modalità per il rifinanziamento del reddito di libertà con risorse regionali o provinciali.

Con il messaggio n. 4352 del 7 dicembre 2021 l'INPS ha chiarito che le domande per ottenere il Reddito di libertà presentate e non accolte nel corso dell’anno per insufficienza del budget non saranno scartate a fine anno, ma saranno rivalutate in caso di disponibilità di risorse nel 2022.

Con il messaggio n. 4132 del 24 novembre 2021 l'INPS ha rilasciato la procedura telematica di acquisizione delle domande da parte dei Comuni. È stato allegato al documento di prassi il modello da utilizzare per la richiesta, che dovrà essere accompagnata dalla certificazione dei requisiti d’accesso alla misura. 

Con la circolare n. 166 dell'8 novembre 2021, l’Istituto aveva fornito le istruzioni per la presentazione della domanda e le modalità di pagamento.

I criteri di ripartizione del Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza e i requisiti dell’agevolazione sono stati stabiliti dal DPCM 17 dicembre 2020, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 20 luglio 2021