L'allarme dell’Ufficio parlamentare di bilancio sulla Mission Salute del PNRR
Con cristallina chiarezza, l’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) analizza l’avanzamento della Mission 6 del PNRR dedicata alla salute, mettendo in luce le varie criticità che rischiano di compromettere l'obiettivo finale del Piano e cioè avere un sistema sanitario nazionale più forte a sei anni di distanza dalla pandemia. Anche se finora i target sono stati raggiunti, a preoccupare sono altri fattori: il livello di spesa, la questione Sud e la carenza di personale.
Cosa prevede la quinta revisione PNRR?
Quando si parla dell'avanzamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, bisogna fare una distinzione. Come specifica sempre il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR, Tommaso Foti, il PNRR è un piano performance-based. Ciò significa che le risorse europee arrivano quando il Paese realizza tutti i target previsti per ciascuna delle 10 rate semestrali in cui è stato suddiviso il Piano, e non sulla base della rendicontazione delle spese, come succede per gli altri fondi europei.
Su questo aspetto l’Italia è finora totalmente in linea con il cronoprogramma e anzi è il paese europeo che ha ricevuto più fondi da Bruxelles (complice anche la dimensione del PNRR italiano che è il più grande di tutti). Ciò però non significa che, una volta concluso il Piano (nell’estate 2026), gli interventi saranno davvero realizzati. Sul percorso per arrivare alla messa in funzione del nuovo servizio - che nel caso della sanità si tratta ad esempio di ospedali e case di comunità, solo per citarne alcuni - si frappongono infatti una serie di criticità messe in luce dall’UPB.
“L’analisi - spiegano infatti dall'Ufficio parlamentare di bilancio - va oltre la questione del rispetto formale delle scadenze previste per il raggiungimento degli obiettivi concentrandosi, soprattutto, sulla concreta possibilità di successo della sfida di riorganizzare e potenziare il Servizio sanitario nazionale (SSN). Pertanto, oltre a considerare lo stato di avanzamento degli investimenti secondo i dati più recenti disponibili (...), si valutano gli sviluppi in termini di effettiva entrata in funzione a pieno regime e in modo strutturale dei nuovi servizi”.
Le ultime rate PNRR saranno anche le più difficili
Il punto di partenza del Focus 3/2025 “Il PNRR e la riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale" dell’UPB è il cronoprogramma concordato con Bruxelles e, soprattutto, le ultime rate che mancano.
Nonostante le scadenze concordate a livello europeo della Missione Salute siano state sinora rispettate, infatti, “le prossime tappe saranno le più difficili da completare, in particolare laddove si tratti di chiudere rapidamente i cantieri aperti (l’81,7% dei progetti è in fase esecutiva o conclusiva) e portare a compimento anche i lavori ancora non avviati.
Ciò richiederebbe performance decisamente migliori rispetto alla tradizionale lunghezza della durata dei lavori pubblici in Italia”, sottolinea l’UPB.
“Anche dal punto di vista finanziario, la spesa risulta pari a 2,8 miliardi, un importo di poco inferiore a quanto previsto dal cronoprogramma (3,1 miliardi), ma lontano dall’ammontare complessivo delle risorse da utilizzare”, aggiunge lo studio.
La sanità al Sud: il PNRR rischia di essere un'occasione mancata?
Altro tema scottante è quello della realizzazione degli interventi nelle regioni del Sud, soprattutto per quanto concerne la realizzazione delle nuove strutture sanitarie.
“La destinazione iniziale alle Regioni meridionali di almeno il 40% delle risorse del PNRR allocabili territorialmente potrebbe non assicurare che il 40% della spesa venga effettivamente realizzato nel Mezzogiorno”, scrive infatti l’UPB.
“La collocazione dei cantieri in fase esecutiva o conclusiva - continua lo studio - non risulta infatti coerente con la ripartizione delle risorse e la correlata programmazione e si osserva un diverso livello di avanzamento nelle diverse Regioni. In particolare, emerge un ritardo più accentuato nel Mezzogiorno, che metterebbe in dubbio il riequilibrio territoriale qualora, al raggiungimento degli obiettivi europei, venisse meno l’attenzione al completamento delle opere programmate, che pure ci si propone di realizzare comunque, anche con altre risorse. Ne discenderebbe, a maggior ragione, una difficoltà a rispettare gli standard della riforma dell’assistenza territoriale, più ambiziosi di quelli del PNRR, su tutto il territorio nazionale”.
Il taglio del nastro non significa che le nuove strutture sanitarie entreranno in funzione
Una delle altre criticità evidenziate dall’UPB è, infine, quella relativa al personale. Un tema che riguarda, in realtà, un po 'tutte le strutture socio-sanitarie finanziate dal PNRR, inclusi ad esempio gli asili nido.
La questione è molto semplice. Costruire una struttura non significa che essa poi aprirà al pubblico, se manca il personale.
“La realizzazione degli investimenti - spiega infatti l’UPB - non garantisce l’entrata in funzione a pieno regime delle nuove strutture”. Dal momento però che “il successo della Missione Salute è anche legato alla capacità di popolare di professionisti le strutture nuove o potenziate, (...) in una situazione di carenza di personale sanitario come quella attuale (soprattutto infermieri e alcune specialità mediche, ma anche medici di medicina generale), che persiste malgrado la ripresa delle assunzioni negli ultimi anni e soprattutto a seguito della diffusione della pandemia, un piano di reclutamenti appare indispensabile.
Al momento dell’approvazione del PNRR questa era apparsa come una delle più gravi lacune del progetto complessivo di rafforzamento del SSN, ma ulteriori finanziamenti sono stati destinati al potenziamento del personale con le leggi di bilancio per il 2022 e per il 2024.
Pertanto, occorre valutare se tali risorse, di importo complessivo non trascurabile, siano sufficienti e verificare se le Regioni ne stiano facendo uso, se incontrino difficoltà per carenze di capacità gestionali o problemi di equilibrio dei bilanci, oppure se si presentino criticità legate alla scarsa partecipazione alle procedure di reclutamento, fenomeno che si sta estendendo per la scarsa attrattività del SSN”.
La qualità dei dati sulla Missione Salute PNRR
Per completezza d'informazione, è bene sottolineare che, nel realizzare lo studio, l’UPB ha riscontrato alcune carenze nei dati, cosa che ovviamente potrebbe incidere sull’analisi. “Malgrado la ricchezza di dati e informazioni, qualche cautela va adoperata nella valutazione dei progressi realizzati”, si legge infatti nel documento.
“La ricostruzione dello stato di attuazione del PNRR non è semplice, sia per difficoltà di interpretazione dei dati, sia per la necessità di ripercorrere le modifiche al PNRR e l’aggiornamento della programmazione regionale degli interventi, che spesso prescinde e va oltre gli obiettivi del PNRR, sia per le incongruenze, non sempre immediatamente spiegabili, tra le diverse fonti di informazione”.
Per quanto concerne infine il Piano nazionale complementare (PNC) “i margini di incertezza sono maggiori, anche per il mancato aggiornamento al 2024 del rapporto della Ragioneria generale dello Stato sui relativi progressi”.