Bruxelles cerca feedback per semplificare la normativa ambientale dell’UE
C’è tempo fino al 10 settembre per partecipare alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione UE al fine di semplificare la legislazione ambientale e ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese.
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L’iniziativa di Bruxelles punta a semplificare le norme ambientali dell’UE e a creare un contesto normativo in cui le imprese possano perseguire i propri obiettivi di competitività, in linea con la Bussola UE per la competitività, senza però compromettere gli standard ambientali e la tutela della salute promossi dall’Unione.
In pratica, l’Esecutivo UE mira a riunire una serie di misure per semplificare la legislazione ambientale al fine di ridurre gli oneri amministrativi di almeno il 25% per tutte le imprese e di almeno il 35% per le PMI, accelerando anche i processi di autorizzazione per i settori in transizione verso un’economia pulita e digitale nell’UE.
"Vogliamo raccogliere suggerimenti per semplificare le nostre norme ambientali senza abbassare i nostri elevati standard. Ridurre il peso amministrativo renderà le leggi più efficaci e garantirà una migliore protezione dell'ambiente nel lungo periodo", ha dichiarato la commissaria Jessika Roswall in occasione del lancio della consultazione.
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La consultazione della Commissione UE per semplificare la normativa ambientale
Con la consultazione, aperta fino al 10 settembre, l’Esecutivo europeo punta a raccogliere i contributi delle parti interessate per elaborare una strategia che renda le leggi ambientali dell’UE più rapide, facili ed economiche da attuare.
In questo modo, Bruxelles mira a ridurre l'onere a carico delle imprese europee, individuando gli atti legislativi con il maggior potenziale di semplificazione amministrativa, senza però compromettere gli obiettivi ambientali perseguiti dalla legislazione.
L’esigenza di attuare questa semplificazione deriva da alcuni elementi emersi da confronti passati con le aziende.
Anzitutto, da un sondaggio Flash Eurobarometer del 2024 è emersa la difficoltà delle PMI impegnate nel rendere più ecologiche le proprie attività, che sono spesso ostacolate dalla complessità normativa con cui si scontrano. In particolare, il 35% delle PMI impegnate in azioni per l’efficienza delle risorse ha incontrato procedure amministrative o legali complesse, e il 26% ha lamentato un’eccessiva complessità anche della rendicontazione della sostenibilità ambientale.
In secondo luogo, in base a consultazioni preliminari avviate dalla Commissione, anche le medie e grandi aziende hanno difficoltà nel gestire la complessità amministrativa. Infine, sempre in confronti preliminari con le società UE, sono emersi dei colli di bottiglia nei processi di autorizzazione, che secondo le imprese dovrebbero essere snelliti e accelerati, un aspetto già parzialmente affrontato dall’UE con il Net Zero Industry Act.
Nelle intenzioni dell’Esecutivo UE, una volta ricevuti i contributi, l’iniziativa dovrebbe consentire di ridurre gli oneri amministrativi - e i relativi costi - legati alla legislazione ambientale in settori chiave come l’economia circolare, le emissioni industriali e la gestione dei rifiuti, introducendo alcune misure specifiche. Tra queste figura la razionalizzazione degli obblighi di rendicontazione mediante, ad esempio, la sospensione del database SCIP (sostanze preoccupanti nei prodotti) nell'ambito della direttiva quadro sui rifiuti. Inoltre, tra le altre azioni ipotizzate da Bruxelles, ci sarebbe anche l’armonizzazione della rendicontazione relativa alla responsabilità estesa del produttore (EPR), l’eliminazione dei doppi requisiti di rendicontazione e la promozione di una maggiore digitalizzazione della rendicontazione ambientale e, infine, il miglioramento della gestione delle autorizzazioni connesse alle valutazioni ambientali.
Tale elenco di misure possibili - sottolinea però la Commissione - potrebbe evolvere in base al feedback delle parti interessate e ai risultati di analisi future.
Concluso il periodo di consultazione, i contributi ricevuti saranno riassunti in un documento di lavoro pubblicato sul portale "Have your say".
Partecipa alla consultazione della Commissione
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