Gli ultimi aggiornamenti sul nuovo incentivo che unifica Transizione 4.0 e 5.0

Incentivi 4.0 - Photo credit: Foto di Vilius Kukanauskas da PixabayIl ministro delle imprese e del made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso, è tornato a parlare del nuovo incentivo che dovrebbe costituire l’evoluzione delle agevolazioni Transizione 4.0 e Transizione 5.0 e che troverà spazio nella Legge di bilancio 2026.

Le prime ipotesi sugli incentivi alle imprese nella Manovra 2026

Intervenendo alla presentazione del Rapporto di previsioni del Centro studi Confindustria, il 2 ottobre il numero uno del MIMIT ha aggiunto nuove informazioni sull'agevolazione chiamata a sostenere gli investimenti digitali e green delle imprese italiane, anche alla luce della pubblicazione della proposta di sesta revisione del PNRR presentata nei giorni passati.

In questo modo si aggiungono nuovi tasselli sull’impianto dell’incentivo che sarà l’erede di Transizione 4.0 e Transizione 5.0 e di cui si parla ormai da settimane. Incentivo che dovrebbe trovare posto all'interno della Manovra 2026 oppure in uno dei suoi collegati.

Manovra 2026, una sola agevolazione ingloberà Incentivi 4.0 e Transizione 5.0

Mettendo in fila quanto dichiarato dai vari esponenti di governo e quanto previsto nella sesta revisione del PNRR, le informazioni sulla nuova agevolazione che ingloba Transizione 4.0 e Transizione 5.0 sono le seguenti.

Per quel che concerne la finalità, il MIMIT ha “allo studio una misura volta a unificare gli obiettivi di digitalizzazione con gli obiettivi di decarbonizzazione ed efficienza energetica”, ha spiegato il 24 settembre il sottosegretario al MIMIT Massimo Bitonci durante il question time in Commissione Attività Produttive della Camera. La finalità dell’operazione, ha quindi aggiunto Bitonci, è quella di “prendere gli elementi dei due Piani per creare un progetto di finanziamento per le imprese che sia innovativo e che guardi al futuro”. Parliamo, quindi, di “un nuovo incentivo che rappresenta un’evoluzione dei precedenti Piani e che possa essere finanziato in maniera strutturale con risorse nazionali”, ha dichiarato il sottosegretario.

Maggiori informazioni sul fronte delle risorse sono arrivate ieri dal ministro Urso. Ribadendo che si sta lavorando a “una nuova misura che accorpi gli obiettivi di innovazione del piano 4.0 e quelli di efficienza energetica di Transizione 5.0”, Urso ha infatti confermato che l’incentivo sarà finanziato da risorse nazionali resesi disponibili grazie ad un travaso di fondi con il PNRR

In breve, la sesta modifica PNRR definanzierà parzialmente Transizione 5.0, che il governo stima che entro dicembre 2025 avrà utilizzato 2,5 miliardi di euro dei 6,3 complessivi. Sempre la sesta revisione stanzierà nuove risorse PNRR sugli investimenti finanziati negli anni passati da Transizione 4.0 con risorse nazionali. “Inserita nel 2021 con una dotazione finanziaria di oltre 13 miliardi di euro, negli anni tale misura ha infatti registrato una maggiore capacità di assorbimento rispetto allo stanziamento del PNRR, che è stata sostenuta con risorse del bilancio dello Stato”, si legge nella proposta di sesta revisione del PNRR. Alla luce di ciò, l’operazione di travaso di fondi ipotizzata dal governo prevederebbe di aumentare le risorse PNRR per coprire i vecchi investimenti fatti su Transizione 4.0, che negli anni passati, sono stati spesati con fondi nazionali, liberando in questo modo risorse nazionali che potranno essere allocate sulla nuova agevolazione.

Inoltre, l’impiego di risorse nazionali per il nuovo incentivo che subentra a Transizione 4.0 e 5.0 permetterà anche di cancellare la clausola europea del Do Not Significant Harm (DNSH), assicurando così l’accesso all'agevolazione da parte delle imprese dei settori energivori che “in questo modo potrebbero anche aumentare gli investimenti per mitigare l’impatto ambientale delle rispettive produzioni”, ha spiegato Bitonci.

Inoltre, “la nuova misura prevederà un meccanismo di accesso semplificato, con tempi di attuazione rapidi”, con lo scopo di “continuare a sostenere la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi delle imprese in maniera strutturale mantenendo le finalità ambientali che hanno contraddistinto le agevolazioni 5.0”, ha dichiarato sempre il sottosegretario Bitonci.

Queste sono, per ora, le informazioni ufficiali sul nuovo incentivo per la transizione digitale e verde delle imprese. Al MIMIT, infatti, i tecnici sono in pieno lavoro e non si hanno notizie su aspetti quali le aliquote - anche se c’è chi ipotizza due aliquote, una per gli investimenti digitali e una per quelli green - né sull'obbligo o meno che gli investimenti digitali e green siano collegati tra loro.

Allo stato attuale non è neanche chiaro se si tratterà di una nuova agevolazione con una nuova disciplina, oppure se il Ministero abbia deciso di utilizzare l’impianto normativo di Transizione 4.0 e apportarvi delle modifiche volte ad integrare gli elementi positivi di Transizione 5.0 che si intendono salvare e traslare nel nuovo incentivo. Intervenendo in Commissione, infatti, Bitonci ha comunicato che “il Ministero sta lavorando su un impianto di Industria 4.0, ma tenendo buone tutte quelle innovazioni presenti in Transizione 5.0 e che non erano invece presenti in Industria 4.0”.

Quanto al nomenclatura della nuova agevolazione, online si è scatenato il “toto-nomi”, con congetture che vanno da “Transizione 6.0”, a “Industria” 4.0 – 5.0”, passando per “Industria 4.0 Plus” e per “Doppia Transizione”, solo per citarne alcune.

Maggiori informazioni arriveranno sia dalla Manovra 2026, sia dalle documentazione relativa alla sesta revisione PNRR che dovrebbe essere disponibile a partire dal 23 ottobre, data limite per l'approvazione della sesta modifica da parte della Commissione europea.