Detassazione premi produttività: quasi 1.500 contratti in più tra giugno e luglio
Al 15 luglio sono stati depositati presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali 112.198 contratti che prevedono premi di produttività, a beneficio di oltre 4 milioni di lavoratori. Un trend sostenuto dalla tassazione agevolata al 5% dei premi di risultato, confermata anche dalla legge di Bilancio 2025.
Agenzia Entrate - chiarimenti su detassazione premi di risultato
Il Report è ricavato dalla procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali, che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha attivato a seguito del decreto interministeriale del 25 marzo 2016 relativo alla detassazione dei premi di produttività, per monitorare la diffusione della misura e i contratti "attivi".
Come funzionano le agevolazioni fiscali e contributive per i premi di produttività?
La Legge di Stabilità 2016 ha previsto una tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 10%, per i premi di risultato e le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa, entro il limite di 2mila euro lordi (2.500 euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro) in favore di lavoratori con redditi da lavoro dipendente fino a 50mila euro.
A seguito della pubblicazione del decreto interministeriale del 25 marzo 2016, relativo alla detassazione dei premi di produttività, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso disponibile la procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali.
La Legge di Bilancio 2017 ha poi aggiornato il regime di detassazione dei premi di risultato e la disciplina dell’opzione per il cosiddetto 'welfare aziendale' previsti dalla Legge di Stabilità 2016, aumentando da 2mila a 3mila euro - e da 2.500 a 4mila euro nel caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro - l’ammontare dei premi soggetti ad imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle relative addizionali nella misura del 10%. Inoltre, la manovra 2017 ha ampliato la platea dei destinatari della misura, innalzando da 50mila a 80mila euro la soglia massima di reddito da lavoro dipendente di cui devono essere titolari i soggetti beneficiari nell’anno precedente a quello di percezione dei premi.
Il decreto-legge n. 50-2017 ha invece modificato la normativa riguardante la tassazione agevolata dei premi di risultato introducendo anche una decontribuzione degli stessi entro il limite generale di 3mila euro e con riferimento ad una quota dei premi di risultato non superiore a 800 euro. Nello specifico, la normativa prevede:
- una riduzione, pari a venti punti percentuali, dell'aliquota contributiva IVS a carico del datore di lavoro;
- l'esclusione di ogni contribuzione a carico del dipendente;
- la corrispondente riduzione dell'aliquota di computo per il calcolo del trattamento pensionistico.
I premi interessati alla riduzione contributiva sono quelli erogati da datori di lavoro privati ai lavoratori subordinati, qualunque sia la tipologia contrattuale e la modalità di svolgimento del rapporto (part-time, intermittente, tempo determinato, somministrazione, apprendistato).
Successivamente la legge di Bilancio 2023 ha previsto la riduzione dal 10% al 5% dell'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle somme erogate nel 2023 sotto forma di premi di risultato o di partecipazione agli utili d'impresa ai lavoratori dipendenti del settore privato. La tassazione al 5% è stata confermata dalla legge di Bilancio 2024 e da ultimo dalla manovra 2025.
Premi risultato: chiarimenti INPS e Entrate su agevolazioni fiscali
Dove sono e cosa fanno le aziende che stanno beneficiando della detassazione?
In base al report pubblicato in questi giorni dal Ministero del Lavoro, alla data del 15 luglio risulta un totale di 112.198 contratti depositati a fronte dei 91.940 del 2024.
Prendendo in considerazione la distribuzione geografica, per sede legale, delle aziende che hanno depositato le 112.198 dichiarazioni, ritroviamo che il 74% è concentrato al Nord, il 17% al Centro e il 9% al Sud. Se però si restringe lo sguardo ai contratti tuttora attivi la quota del Sud sale al 10%, con il Nord al 73% Nord e il Centro stabile al 17%.
L'analisi per settore di attività economica evidenzia che il 62% delle dichiarazioni complessive si riferisce ai Servizi, seguiti dall'Industria, al 37%, e infine dall’Agricoltura, con l'1%. Se invece ci si sofferma sulla dimensione aziendale otteniamo che il 49% ha un numero di dipendenti inferiore a 50, il 36% ha un numero di dipendenti maggiore o uguale a 100 e il 15% ha un numero di dipendenti compreso fra 50 e 99.
Dei 15.628 depositi relativi a contratti tuttora attivi, 12.754 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 9.983 di redditività, 7.869 di qualità, mentre 1.607 prevedono un piano di partecipazione e 9.796 prevedono misure di welfare aziendale.
I dati sulla decontribuzione e il tax credit formazione 4.0
A seguito della pubblicazione del decreto interministeriale del 12 settembre 2017, è possibile indicare all’atto del deposito telematico dei contratti aziendali la decontribuzione per le misure di conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei dipendenti.
Alla data del 15 luglio 2025 sono state compilate 6.661 dichiarazioni, di cui 4.682 corrispondenti a depositi validi anche ai fini della detassazione e 1.939 corrispondenti a depositi validi solo ai fini della decontribuzione. Dei 1.008 depositi relativi a contratti tuttora “attivi”, 566 corrispondono a depositi validi anche ai fini della detassazione e 442 a depositi validi solo ai fini della decontribuzione.
Il report riporta anche i dati relativi alla diffusione del credito d'imposta per le spese di formazione del personale dipendente nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Industria 4.0, che in base al decreto interministeriale del 4 maggio 2018 è possibile indicare all’atto del deposito telematico dei contratti aziendali.
Alla data del 15 luglio sono stati depositati 4.668 contratti. La percentuale maggiore, pari al 40%, è concentrata al Nord, il 26% al Centro e il 34% al Sud, dove emergono i dati della Campania che presenta il numero maggiore di contratti depositati su tutto il territorio nazionale. Tra i settori spiccano i Servizi (60%), seguiti da Industria (39%) e Agricoltura (1%).